CONSAPEVOLEZZA SULLA COMUNICAZIONE

L’obiettivo è andare OLTRE una politica basata sulla “colpa” e migliorare la consapevolezza del pubblico che ogni singola persona è responsabile nel lavorare per una soluzione. È necessario comunicare l’importanza del valore dei rifiuti di plastica. Dobbiamo evitare i rifiuti di plastica prima che raggiungano i corsi d’acqua.

LA SFIDA

Il Premio è un’opportunità per FANTASIZZARE, oltre le aspettative, progetti di comunicazione rivolti a piattaforme multimediali multiformi e mondiali. Rivolto a pubblici diversi, in base all’età, alla cultura, all’istruzione e alla professione, specifici per le esigenze dei diversi paesi. Con particolare attenzione ai bambini, sono loro i migliori promotori di questo cambiamento.

Crediamo in una promozione piena di energia positiva.

19 – Maria Ramon Vazquez – La storia inquietante della mia vita (scritta da una cannuccia di plastica)

L’inquietante Storia della mia vita (scritta da una cannuccia di plastica) è un libro illustrato per bambini che racconta la storia del viaggio di una cannuccia di plastica che finisce nello stomaco di un essere umano. Mike, la paglia, incontrerà i personaggi lungo la strada e guiderà i bambini attraverso il libro dando loro fatti divertenti, giocando e sfidandoli.

Il libro è incentrato sulla sensibilizzazione sui temi della responsabilità ambientale e sociale all’interno dei bambini piccoli. Ha lo scopo di servire come spunto di conversazione con i bambini, come un modo per iniziare a presentarli e impegnarsi con l’argomento.

54 – Francesca Graziani – Non sono vergine

Lo scopo dei manifesti non è far sentire le persone in colpa.
Al contrario, voglio dire loro che cambiare per essere più ecologici è possibile e in più è figo.

La citazione “I’m not a virgin” evoca il mondo sessuale e quindi cattura l’attenzione. Devi leggere e pensare per capire perché potrebbe essere complicato. In realtà, il soggetto è la plastica riciclata stessa e non una persona. Dal momento che non è vergine, ci porta a pensare che sia figo.

54 – Arianna Baggieri – PLASTICA. Attenersi all’essenziale

Lo scopo del video è quello di diffondere la consapevolezza sui buoni comportamenti in merito all’attuale sovrabbondanza di plastica sul nostro pianeta.
Abbiamo sviluppato un video animato di cartone animato per il suo modo universale di comunicazione.
Questo video è solo una parte del progetto che abbiamo ideato, composto da 10 diversi scenari ipotetici.

86 – Alkemy Lab – DReAm/R

Concetto:
DReAm/r integra Realtà Aumentata e IoT in un’installazione interattiva.
L’obiettivo è fornire un’esperienza immersiva sui biomateriali come sostituti della plastica.

L’idea:
Sensibilizzare le persone sui prodotti Bio o Sostenibili disponibili sul mercato, che potrebbero rappresentare efficaci sostituti dei prodotti in plastica con la stessa funzione.

L’esperienza:
DReAm/r è una board composta da una struttura verticale e da moduli collegabili, chiamati token. Un token rappresenta un elemento riciclabile, compatibile con altri token. L’esperienza inizia con una vera interazione: l’utente crea una combinazione dei gettoni sul tabellone. Attraverso il proprio dispositivo, lo inquadra e scopre i Bio Materiali generati in realtà aumentata.

Dati:
L’esperienza è visibile online su una Dashboard personalizzata che raccoglie i Dati in tempo reale durante l’esperienza live. Si chiama DreAm/r Dashboard.

171 – DforDesign | Silvia Ceria – SforSostenibile

SforSustainable è una piattaforma online dedicata all’interior design sostenibile. Con una selezione curata di prodotti sostenibili, esplora la complessità dietro la parola sostenibilità, dimostrando che sostenibile, bello e di buona qualità possono effettivamente andare insieme.

Spinto dal contenuto, SforSustainable presenta ogni articolo con una spiegazione dettagliata di ciò che lo rende una scelta sostenibile.

Durante la selezione dei prodotti da presentare, particolare attenzione viene data al riciclaggio della plastica e ad altri progetti che promuovono lo sviluppo di un’economia circolare.

SforSustainable è un manifesto delle opportunità che derivano dal considerare ogni materiale come una risorsa, anche la plastica.
Uno strumento pratico per iniziare a fare scelte di interior design più sostenibili.

187 – Gundega Strauberga – Il gabinetto dei campioni antropogenici

“L’età della pietra e del bronzo sono così chiamate perché la maggior parte degli strumenti erano realizzati con quei materiali particolari. Il pregio della plastica è che, a differenza dei metalli preziosi e delle pietre, è un materiale universale, alla portata di tutti. La resina sintetica si trasforma in articoli che possono essere esclusivo e costoso, o spazzatura a buon mercato.” / Penny Sparke: L’era della plastica
Questo libro si propone di spiegare la differenza tra i principali tipi di plastica, il loro contesto storico e il valore che manifestano. Illustra la storia delle materie plastiche, ne ripercorre l’uso e lo sviluppo nel passato, per immaginarne il futuro.

Il progetto è nato dall’idea di mettere su un piedistallo un materiale poco apprezzato, nel tentativo di farlo sembrare lussuoso e, quindi, influenzare l’opinione della gente su di esso. Ho scelto la plastica perché è un materiale il cui valore è cambiato più volte nel corso della storia; la storia della plastica è quella che riflette la storia dell’umanità stessa. Osservando la plastica da un punto di vista archeologico, immagino un futuro in cui la plastica non viene più prodotta e diventa una risorsa trovata nel sottosuolo, una reliquia di tempi lontani. Già oggi i primi oggetti in questo materiale, non essendo più realizzati, sono visti come beni di lusso, mentre, allo stesso tempo, ogni giorno cestiniamo con noncuranza gli involucri di plastica, solo per dimostrare che la scarsità è lusso. Il progetto ha portato a un’enciclopedia che chiamo The Cabinet Of Anthropogenic Specimens, dove presento la plastica come pietre preziose risalenti all’era dell’Antropocene per educare il nostro sé futuro e presente sui diversi tipi di questo fossile artificiale che sarà “trovato ‘. Descrivendo la plastica come un gioiello prezioso, spero di farcela vedere come tale, per riconsiderare la sua applicazione come usa e getta e mettere in discussione il nostro atteggiamento usa e getta.

192 – Shih-Hsuan HuangAcqua in plastica

Il progetto Plastic Water ha proposto un modo innovativo per portare la pratica del nuoto nelle aree del mondo con scarsità d’acqua per ridurre il tasso di mortalità infantile per annegamento nella regione e promuovere ulteriormente il riciclaggio delle bottiglie in PET per ridurre la plastica che inquina l’oceano.

Una piscina piena di palline d’acqua di plastica realizzate con bottiglie in PET riciclate ti farà provare la stessa galleggiabilità dell’acqua senza cambiarti i vestiti.

Una palla d’acqua di plastica potrebbe essere realizzata con 15 bottiglie in PET riciclate, gli Stati Uniti riciclano 150 milioni di libbre di PET all’anno, il che significa che è possibile allestire circa 170.000 piste per piscine di palline di plastica.

214 – Diletta Guidolin – Non sono poi così vecchia

Ho creato questa breve serie di poster puntando su un tipo di comunicazione che sia positiva piuttosto che aggressiva, dai colori accesi, giocosa e ironica. Quando pensiamo alla plastica, nella nostra mente di solito visualizziamo borse e bottiglie. Ci sono però molte nicchie di oggetti che raramente vengono presi in considerazione quando si trattano questi argomenti. Il target della campagna che ho ideato sono i bambini piccoli, spesso esclusi dai messaggi ambientalisti perché ritenuti incapaci di comprenderli fino in fondo.
Non è necessario cercare di spiegare la questione in termini complessi, ma farli riflettere e stimolarli a contribuire con ciò che fa parte del proprio “microambiente”. Tantissimi giocattoli sono realizzati interamente in plastica, spesso di diversi tipi di plastica e, dopo il breve periodo in cui vengono utilizzati, i bambini si stancano e li mettono da parte. Per evitare che questi giocattoli vengano gettati nella spazzatura ho ideato una campagna rivolta direttamente ai bambini (in questo caso in età prescolastica) e alle persone che li circondano: genitori, maestre dell’asilo. I poster dovrebbero essere appesi nei luoghi più frequentati da questi ragazzi e dai loro genitori, come parchi e scuole. I giocattoli nelle foto (effettivamente usati) parlano direttamente al bambino e gli chiedono di non essere buttati via.

235 – Andrea Garuti – Città plastica

Il tema della plastica così importante oggi, pone questo concorso come un impegno personale per l’ambiente e per il modo di vedere la materia plastica, senza demonizzare ma valorizzando l’aspetto imprescindibile del riciclo.
La mia idea fotografica in merito al tema è quella del riuso di materiali plastici, di qualsiasi tipo a scopo ludico, sia per bambini che per adulti, pensavo che l’immagine di una città ricostruita con materiali di scarto fosse una possibilità, vedi non più l’oggetto stesso ma ricomponilo, coloralo e rendilo un elemento del panorama di gioco.
Ho raccolto dei pezzi di plastica in una discarica vicino al Naviglio, ho lavato i pezzi e li ho assemblati, questi strani oggetti decontestualizzati assumono un concetto diverso e danno un aspetto nuovo rispetto al loro utilizzo primario, ho immaginato un bambino che prende bottiglie o altro cose da casa e costruisce, colora, assembla per il proprio mondo, proprio come potrebbe fare un adulto con la modellazione, il cielo e le strade che metto sono una libertà fotografica che mi sono concesso per una realizzazione che rendesse più credibile lo scenario.

260 – Leda Bartolucci – L’era della plastica: reperti dal 2000 d.C.

La mia generazione è nata in un mondo in cui la plastica non è solo un materiale, ma il materiale stesso della nostra società. Ma solo la generazione dei miei nonni potrebbe raccontarci la storia di un mondo senza plastica. Questo mondo – penso che noi, giovani, dobbiamo immaginarlo per poterci fare strada verso di esso. Prima di tutto bisogna riuscire a immaginare come sarebbe, un posto dove la plastica è solo un materiale tra tanti, usata per quello che serve, non per tutto solo perché costa poco, indipendentemente dai suoi controeffetti . Per fare ciò, credo che noi, in qualità di designer della comunicazione, dobbiamo colmare il divario aiutando le persone a vedere quanto sia effettivamente fattibile!

Ho iniziato facendo ricerche sui rifiuti di plastica. Volevo basare la mia campagna sui rifiuti di plastica più comuni trovati in qualsiasi parte del mondo, e si è scoperto che erano tutti oggetti molto familiari e quotidiani. Ho studiato a fondo la composizione della plastica e i vari tipi di polimeri, per poterli rappresentare nella mia campagna (mi interessava particolarmente ritrarre i mozziconi di sigaretta, il “dimenticato inquinamento da plastica”, che i più non sanno nemmeno siano fatti di plastica).

315 – Aakanksha Sharma & Neetu Chauhan – Tick-Tock-Tuk-Tuk

L’idea di Tick-Tock-Tuk-Tuk nasce da un forte sentimento di rendere la maggior parte della popolazione mondiale, in particolare il segmento che è poco istruito e poco esposto ai pericoli dei rifiuti di plastica. Riteniamo che i rifiuti di plastica siano una preoccupazione globale ed è un tema caldo tra i segmenti istruiti della società e i paesi o le comunità sviluppati sono già consapevoli dei danni e dei problemi creati dagli stessi e stanno adottando misure o almeno si sforzano di apportare modifiche .

Tuttavia l’inquinamento senza privilegi e senza istruzione è ben lungi dal rendersi conto della gravità della situazione. Diventa nostra responsabilità inviare/tradurre il messaggio per loro in un modo che sia raggiungibile e riconoscibile per loro. Il problema dell’inquinamento da plastica è un problema mondiale e se vogliamo impegnarci a fare una differenza costruttiva non possiamo lasciare indietro nessuna fascia di popolazione a partecipare al movimento, specialmente quella che costituisce non solo la massima forza in termini numerici ma anche in termini di slancio che può creare.

La nostra soluzione proposta si concentra su un’idea di questo tipo che è quella di avviare un movimento di comunicazione nel pubblico nei paesi in via di sviluppo sfruttando i modi locali/colloquiali di diffondere il messaggio. La soluzione proposta è quella di sostituire la tettoia esistente dei risciò automatici con tettoie realizzate in plastica riciclata. I risciò automatici sono uno dei mezzi di trasporto locale più utilizzati in India. e si vedono tutt’intorno. La nostra idea è quella di creare un’installazione mobile in grado di portare con sé il messaggio per distanze maggiori e per persone di tutti i settori. Le stampe in plastica riciclata hanno il potenziale per creare modelli e design unici e una volta che prendono piede possono diventare una grande tendenza del design.

320 – Giovanni Tortora – Plastiglomerato

Il progetto Plastiglomerato si ispira al libro “Il mare da artigiano” di Bruno Munari.
Il designer italiano paragona il mare a un artista che eleva i suoi manufatti a opere d’arte.
I plastiglomerati non sono più scarti di plastica, ma rappresentano le nuove opere d’arte del mare; dobbiamo valorizzarli, interpretando il messaggio che il mare vuole comunicare.
Il progetto vuole quindi farci riflettere sul nostro impatto ambientale e farci apprezzare il lavoro del mare nel trasformare pezzi di plastica in vere e proprie sculture di arte moderna.

326 – Francesco Soro – Il mare in una goccia

Il progetto vuole raccontare la storia di una realtà che sta affliggendo l’esistenza e la sopravvivenza di tutto ciò che vive sul nostro pianeta. E come, per quanto possibile attraverso questo seppur modesto mezzo, comunicare al mondo un messaggio di rispetto per la conservazione della terra e dei mari, trasformando i rifiuti in oggetti-utili come questo: il mare in una goccia.

All’interno della “lampada ampolla” realizzata con polimeri riciclati facciamo vivere oggetti di scarto senza necessità di riciclo, riutilizzandoli come oggetti di design, considerando l’importanza che ogni piccolo gesto può fare la differenza. Non potevamo fare a meno di dare alla storia uno sguardo poetico che cerca di riscattare la drammaticità dei suoi contenuti. Tra i nostri vari progetti di design ne abbiamo scelto uno che tanto amiamo per la sua purezza e la sua eleganza, scommettendo sul suo potere catartico adattandolo con oggetti appartenenti alla categoria dei rifiuti che stanno inquinando le acque di mari e fiumi.

Si tratta di un’ampolla di plastica riciclata che per la sua genesi può essere scomposta e riempita di oggetti:
la luce, inserita nella sua base, attraversa gli anfratti tra gli oggetti ed esplode tutt’intorno e verso l’alto con effetti magici che restituiscono valore e dignità agli oggetti declassati al rango di rifiuto. Solo alla fine del percorso avverrà la purificazione dovuta alla presenza dell’acqua di mari, laghi, ruscelli e fiumi: e la luce, infatti, attraverso l’acqua si arricchirà e si caricherà di energia.

327 – Alexandra Vogel – Foto segnaletica in plastica

La mia campagna rappresenta due foto segnaletiche alla polizia di un detersivo e uno spazzolino da denti.
Sono condannati per un atto di cui non sono colpevoli: l’inquinamento.
La mia campagna vuole sottolineare che un pezzo di plastica da solo è innocente. Gli atti di spreco che fanno esistere l’inquinamento sul nostro pianeta sono compiuti solo dalle persone. Avevamo creato la plastica e dobbiamo saperla usare in relazione al nostro pianeta.
Il cambiamento è nelle nostre mani.

329 – Mei-ling Girault – La plastica non è il nemico

“La plastica non è nemica” è un progetto che promuove l’uso quotidiano della plastica.
Al momento, stiamo parlando del consumo eccessivo di plastica e del conseguente inquinamento. Oggi, infatti, possiamo dire che l’uso della plastica non è ben visto. Ma inizialmente, questo materiale ha anche permesso di creare oggetti in grado di prevenire incidenti e persino salvare vite umane. Lo scopo di questa serie di visual è mostrare agli altri che “la plastica rimane un materiale che può aiutare la società, solo se non è sovraprodotta e sovraconsumata”.

361 – 4W (Carolina Nisivoccia, Giuliana Zoppis, Giovanna Fra, Elena Cattaneo) – Fine dello spreco

End of Waste è un utile strumento pensato per sviluppare pratiche virtuose all’interno delle diverse iniziative/mostre/spettacoli che compongono un grande evento urbano. EOW è costituito da un Osservatorio in progress denominato “Facciamo il punto”, che genera un Database e una App/mappa per guidare le persone (imprenditori, visitatori, designer, clienti, rivenditori) attraverso gli eventi selezionati basati sull’economia circolare e a basso impatto caratteristiche contrassegnate dal simbolo EOW. Un richiamo ancora più necessario nella ricostruzione post-pandemia, dove è necessaria una nuova consapevolezza dell’impatto delle azioni umane sull’ambiente.

377 – Lucrezia Cortopassi – Playstic: semplice da imparare

Attraverso la campagna pubblicitaria “Playstic – Simple to Learn” si cerca di rendere l’”emergenza plastica” un concetto più comprensibile per un pubblico più giovane attraverso l’utilizzo di payoff sintetici e divertenti, utilizzando parole in rima. Questa tecnica stilistica, arricchita da illustrazioni semplici e immediate che ne facilitano ulteriormente la comprensione, nasce dall’esigenza di alleggerire un tema molto complesso e diffuso (così complesso da essere diventato quasi una moda).

I costumi sono spesso sbagliati, non i materiali. Poiché la plastica è indubbiamente ancora utile in molti settori e contesti, dobbiamo imparare i modi migliori per smaltirla e riutilizzarla (evitandola quando possibile). Spesso è l’idea che le persone hanno della plastica peggio della plastica stessa. Crediamo fortemente che, per superare l’abuso quotidiano di informazioni sui topi, la semplicità sia la chiave perfetta per aprire veramente la testa delle persone (soprattutto i bambini, il nostro futuro), soluzioni semplici che tutti possono mettere in atto. Impariamo a riciclare la plastica e allo stesso tempo lavoriamo per trovare quante più alternative possibili.

Guardando un pubblico giovane, abbiamo pensato all’uso delle rime. La rima è sempre stata utilizzata come metodo per memorizzare concetti importanti e allo stesso tempo complessi come poesie, regole matematiche e concetti grammaticali. E che dire delle canzoni che risuonano nella testa delle persone?!
Slogan brevi, facili da memorizzare, concetti immediati (supportati da illustrazioni accese, colorate ed evocative oltre che da linee semplici e pulite).

391 – Elisa Cantarelli – Noi siamo plastica

We are Plastic è un progetto che evidenzia la questione ambientale attorno all’abuso della plastica e l’impegnativo compito del riciclaggio attraverso un approccio diverso, attraverso l’ART.

Ispirato dall’azione di cancellazione di motivi ripetuti presi dal famoso artista Yayoi Kusama, ho deciso di trasformare un oggetto quotidiano come una bottiglia di plastica in un’opera d’arte usando la mia tecnica di punteggiatura.

Attualmente sto lavorando a questo progetto con l’associazione “QuadrilegiO’ per Parma Capitale della Cultura 2020. 1300 studenti sono coinvolti nella pittura di migliaia di bottiglie di plastica riciclate seguendo la mia tecnica distintiva. Insieme puntiamo a costruire una grande installazione incentrata sullo skyline di Parma e sui suoi monumenti più famosi. L’installazione rimarrà attiva per alcune settimane in Piazzale Santafiora. La giornata di apertura sarà il 27 marzo.

Al termine delle settimane espositive l’installazione verrà smontata e le bottiglie tratteggiate inizieranno a viaggiare verso un nuovo progetto, diventando un’installazione itinerante in continua evoluzione.

Riteniamo che Guiltless Plastic RO sia l’occasione perfetta per il prossimo passo del progetto “WE ARE PLASTIC”.

399 – Barbara de Vries – La plastica è per sempre

La candidatura al RO Prize di Barbara de Vries è per un CURRICULUM DI DESIGN presso la Harbour Island Green School, Bahamas, 2021, che insegna il riutilizzo e la vendita al dettaglio di plastica da spiaggia riciclata. Il programma di Barbara, Plastic is Forever, utilizza l’arte e il design per sensibilizzare sull’inquinamento da plastica, dando potere alle minoranze svantaggiate delle comunità insulari che sono colpite in modo sproporzionato dai rifiuti di plastica in tutto il mondo. L’obiettivo della partnership pedagogica The Green School and Plastic is Forever è quello di educare, ridurre l’inquinamento ambientale, riciclare e up-cycle, insegnare l’impatto del design sostenibile e generare reddito per la loro comunità e la causa.

443 – Elisa Chiodo – #souvenirdamare

Il progetto:
#souvenirdamare – Quindici Racconti Restituiti dale Onde
(#souvenirsfromthesea – Fifteeen Stories Recovered from the Sea) nasce dalla collaborazione tra gli studenti del Master in Visual Brand Design della Domus Academy con Elisa Chiodo (Designer e Program Leader del Master) e Angela Ponzini (Designer e collaboratrice di Studiolabo ).
Si tratta di un progetto grafico/visivo che mira a coinvolgere un pubblico di adulti e bambini sui temi ambientali, in particolare quelli legati all’inquinamento dei mari e degli oceani. Propone nuove modalità visive e narrative per creare consapevolezza ambientale.

L’archivio fotografico: l’obiettivo di Angela Ponzini è quello di condividere i temi legati alla sostenibilità e alla consapevolezza ambientale. Ha realizzato e condiviso, nell’estate del 2019, un archivio fotografico denominato “souvenirdamare” costituito da quindici oggetti in plastica rinvenuti e raccolti dalle spiagge di Vasto, all’interno della Riserva Naturale Regionale Punta Aderci in Abruzzo, precisamente tra le spiagge di Mottagrossa e Punta Sinello. Si trattava di una porzione di terra incontaminata, di circa 300 metri, letteralmente ricoperta da detriti, immondizia, plastica di ogni genere. Angela, con la compagnia dei suoi figli, ha raccolto nella plastica alcuni oggetti, i “tesori del mare”, che per vari motivi meritavano di essere conservati e mostrati al mondo.

Dall’idea al risultato: ognuno di questi “tesori” è stato fotografato e archiviato, poi condiviso sull’account Instagram personale di Angela. Angela ha anche fatto un’attenta ricerca per quanto riguarda l’origine è stata fatta su ciascuno di essi. Angela, invitata da Elisa Chiodo a raccontare l’esperienza all’inizio di novembre 2019 alla Domus Academy, ha tenuto la lezione, durante la quale è stato assegnato un oggetto ad ogni studente.

446 – Elena Ayelen Bourel, Giulia Pinotti – GamePlast

GamePlast è un innovativo gioco all’aria aperta È composto da 33 scatole poiché un articolo del WWF afferma: “Più di 33mila bottiglie di plastica finiscono ogni minuto nel Mediterraneo”. Il tabellone di gioco è caratterizzato da varie tipologie di scatole che vanno da decorazioni con immagini, simboli, regole da seguire a consigli e insegnamenti utili per la vita di tutti i giorni; le prime sei caselle riportano le sigle dei tipi di plastica. È importante conoscere, fin da piccoli, i punti di forza e di debolezza della plastica e le sue conseguenze mentre ormai la disperdiamo nell’ambiente; vogliamo trasmettere, attraverso GamePlast, l’importanza e il rispetto per l’ecosistema per educare le menti più giovani con concetti semplici che possono fare la differenza.

519 – Post Carbon Lab – Opacify: Design Nudges per un consumo sostenibile

È un filtro privo di rumore progettato per consentire ai consumatori metropolitani di fare acquisti senza bombardamenti di marketing e branding non richiesti mentre si godono l’interazione con i prodotti. Sebbene la bottiglia appaia completamente nera a prima vista, quando si desidera saperne di più, si può allungare la mano e tenerla all’interno del campo visivo. Con il calore del tocco umano, l’oscurità diventa traslucida per rivelare le informazioni nascoste sul prodotto.

Mentre la nostra ossessione per la crescita continua alimenta la cultura del consumo patologico, stiamo anche ponendo minacce dannose all’ambiente e a noi stessi. Per spezzare il nostro istinto di acquisto ben addestrato, Opacify funge da spinta comportamentale e cognitiva per un consumo scomodo. La nostra ricerca suggerisce che l’inconveniente di identificare un prodotto impedirebbe agli acquirenti di acquisti non necessari, promuovendo così un processo decisionale consapevole e riducendo gli sprechi post-consumo.

567 – Sreenivasulu MR – Riutilizzare e ricostruire

Lo scopo del progetto è organizzare un programma di educazione ambientale e pensiero progettuale “Say No To Plastic” nelle scuole e nelle università per creare consapevolezza sugli effetti pericolosi dei materiali plastici. Come parte del programma istruiamo gli studenti sui tipi di rifiuti di plastica e su come possiamo riutilizzarli e allinearci al principio delle 3R: ridurre, riutilizzare e riciclare. Il progetto esegue l’allestimento di scatole per la raccolta di ricariche di penne usate che vengono trasformate in miniature di strutture famose in tutto il mondo. Negli ultimi 14 anni sono state riutilizzate 8500 ricariche di penna per realizzare 10 miniature di strutture famose.